Il volo della sirenetta - Parte I
Le sirene vivono nel mare. Un posto in cui il giorno e la notte sono la stessa cosa, pieno di creature così fantastiche che si fatica a credere che esistano davvero.
Le sirene non sono né pesci né esseri umani. O sono tutte e due le cose - pesci ed esseri umani. Per noi è difficile sapere cosa siano e a quale mondo appartengano. E questo era quel che spesso si chiedeva la sirenetta.
La madre le era morta da piccola e, insieme alle cinque sorelle più grandi, era cresciuta con la nonna.
"Tu sogni troppo, mia cara! - diceva spesso la nonna alla sirenetta. - Dammi retta, tu devi vievere nel mondo reale".
La sirenetta provava a darle ascolto, ma dopo un po' si stendeva sul letto del mare e lasciava ribollire i pensieri verso quel mondo che stava lassù in superficie.
Ogni sorella aveva il suo personale giardinetto marino fatto di corallo, alghe, conchiglie e ciottoli.
Ma anche in questo, la sirenetta non poteva fare a meno di essere diversa. Il suo giardino era il più curioso di tutti, non sembrava affatto opera di una sirena. Al centro c'era la statua di un uomo, malridotta e scampata a qualche naufragio.
Com'era usanza sul fondo del mare, via via che ognuna delle sorelle maggiori compiva diciotto anni e diventava maggiorenne, aveva il permesso di nuotare fin sulle onde per trascorrere la giornata in superficie, a guardare il mondo di lassù.
Quando tornavano giù, nell'udire i loro racconti la sirenetta sosopirava pensando al giorno in cui anche lei avrebbe potuto dare un'occhiata a quel mondo.
Le sorelle avevano ormai il permesso di andare su e giù a piacimento, eppure preferivano starsene a casa sul fondo del mare.
Solo quando il cielo infuriava una tempesta, si interessavano al mondo di lassù. Nuotavano a braccetto in superficie e cantavano ai marinai le bellezze del loro palazzo di corallo, invitandoli a visitarlo. Ma quegli uomini terrorizzati scambiavano qual canto per l'ululato del vento. E i soli a visitare davvero il letto del mare erano purtroppo quelli che annegavano. Quando accadeva, la sirenetta aveva voglia di piangere, e poiché le sirenette non hanno lacrime, soffriva ancora di più.
Finalmente la sirenetta compì diciotto anni. La nonna la preparò per il viaggio ornandole la coda con otto ostriche. "Ma fa male!", diceva lei, e la nonna rispondeva: "Se ci tieni a esser bella, devi sopportare un po' di dolore". Dopo di che la sirenetta salì su come una bolla.
Il sole stava per tramontare quando giunse in superficie. Si ritrovò accanto a una grande nave, scintillante di lanterne e colma del suono della musica. Nascosta tra le onde, si avvicinò, voleva accostarsi ma temeva di essere vista.
A bordo, la gente danzava tutta intorno a un bel giovane principe. La sirenetta li guardava, col desiderio di essere in mezzo a loro.
E quando il principe si unì alle danze, tutta la nave lo acclamò. Si levarono razzi e fuochi d'artificio, e fu come se mille soli roteassero nel buio. In quell'istante, si sentì travolgere dall'incontenibile sensazione che tutto ciò che aveva appena sognato si fosse appena avverato.
E come spesso accade in mare, in un istante tutto cambiò. Nel cielo si udì un forte rombo, e le onde si levarono alte e impetuose intorno alla nave. La sirenetta non se ne curò, la cosa la divertiva. Ma quando si voltò a guardare la nave, vide che le onde l'avevano rovesciata.
Il principe era in mare con lei! Ma la sua gioia si pense subito - capì che lui non sarebbe riuscito a sopravviviere a lungo sott'acqua.
Se lo strinse tra le braccia, lascinadogli la testa fuori dall'acqua, e si lasciò andare al volere delle onde. Il principe era svenuto, e quegli abiti che le erano sembrati così belli mentre lui danzava, ora lo spingevano sul fondo. Mentre lo trascinava, lei gli accarezzava i capelli, ravvisandone la somiglianza con la statua nel suo gioardino. Continuò a nuotare per tutta la notte, prestando attenzione a non fargli scivolare la testa sott'acqua, malgrado la stanchezza.
Quando si levò il giorno, le onde li riportarono a riva. Era la prima volta che la sirenetta vedeva la terra soleggiata, ma tutto quel che aveva atteso per anni non significava più nulla. La sola cosa che voleva era che il principe si svegliasse e la guardasse. Che strano averlo tenuto in vita tutta la notte, senza che lui sapesse niente di lei.
Continuò a nuotare finché non vide un palazzo sulla riva, e immaginò che fosse del principe. Ma non appena lo adagiò delicatamente sulla sabbia, comparve lì vicino un pescatore. Spaventata, la sirenetta sgusciò di nuovo tra le onde.
Tornata a casa, la sirenetta non disse a nessuno della sua visita del mondo di lassù. Le sorelle e la nonna rimasero stupite, perché nessuno aveva mai desiderato quanto lei salire in superficie. Ora invece, sembrava portarsi dentro un peso, e non le andava di fare nient'altro che starsene per ore accanto alla statua nel suo giardino. Alla fine la nonna riuscì a strapparle la verità: si era innamorata del principe umano.
"Ci mancava solo questa!", disse la nonna. "Sei sempre stata un tipo strano! Ma anche se tu lo ami come dici, lui ti amerà? E dove vivreste? Pensaci, piccola mia, la tua bellissima coda sulla terra la considerano un orrore. Niente potrà cambiarla!".
La sirenetta non trovò risposte a niente di tutto ciò. Ma le parole della nonna le fecero aprire gli occhi. Ora sapeva cosa fare. E si guardò la coda come se non le appartesse più.
- FINE PRIMA PARTE -
Il testo è una rivisitazione indiana della favola della Sirenetta, i testi sono di Gita Wolf e Sirish Rao